In altri termini, le scelte dell’utente finale e i suoi comportamenti impattano in modo determinante sul suo
profilo di consumatore di energia, indipendentemente dalle caratteristiche e dalle dotazioni dell’edificio in
cui abita o lavora.
Questa semplice ma non banale considerazione introduce il tema della diffusione di una “cultura” delle buone pratiche e della conoscenza necessaria per metterle in pratica. I comportamenti, infatti, sono di norma determinati da quanto conosciamo e uno spreco può essere evitato solo a condizione di conoscerlo e di averne determinato la causa. Conoscere bene il proprio profilo di consumatore di energia è quindi uno dei requisiti fondamentali per ottenere migliori prestazioni energetiche e, in ultima analisi, un concreto risparmio in bolletta. E qui entra in campo lo smart metering, ovvero la dotazione degli edifici di contatori intelligenti, in grado non solo di comunicare in tempo reale con le utility, ottenendo bollette basate sul reale consumo e non sulla sua presunzione, ma anche con l’utente, consentendogli di tenerlo sotto controllo, entrando persino nel dettaglio delle singole apparecchiature collegate alla rete e sviluppando una “competenza” che ha come portato naturale l’aggiustamento dei comportamenti non virtuosi e l’ottenimento di significativi risparmi.
Una funzione fondamentale, quindi, che spiega la ragione per cui dal 2019 ad oggi stiamo assistendo ad una
crescita vertiginosa di installazioni di queste apparecchiature, che in Europa erano stimate in quell’anno in
168 milioni di pezzi e che, stando alle proiezioni di Berg Insight, nel 2025 dovrebbero toccare i 280 milioni,
con Francia, Gran Bretagna e Italia a fare le locomotive del sistema; e questo malgrado lo stop forzato dettato dalla pandemia e le difficoltà di approvvigionamento che ne sono seguite.
Va detto che gli smart meter che le utility stanno installando sono in grado di monitorare sia i consumi di elettricità che di gas, dando quindi una visione completa all’utente finale dei propri comportamenti e dei propri consumi. Limitatamente all’energia elettrica, inoltre, proprio la presenza di smart meter consente potenzialmente l’integrazione edificio-mobilità elettrica e edificio-edificio in una logica di comunità energetica, aprendo le porte a quello che sarà sicuramente lo scenario energetico del prossimo futuro.
Queste caratteristiche, unitamente alla spinta normativa che ha introdotto alcuni obblighi (come, ad esempio, la Direttiva europea che dal 2020 rende obbligatoria la funzione di lettura da remoto dei nuovi smart meter installati), fa sì che lo smart metering costituisca attualmente il principale segmento del mercato IoT (Internet of things), con una percentuale di fatturato che sfiora il 28% del totale.