Da quando Gazprom ha chiuso i rubinetti dei suoi gasdotti, con l’effetto di far schizzare alle stelle il prezzo del gas e dei combustibili fossili, trascinando con sé anche quelli dell’energia elettrica, la domanda che più circola tra i consumatori italiani ed europei è: come faccio a risparmiare sulla bolletta?
Non pochi, infatti, si sono trovati nelle condizioni non invidiabili di dover rimodulare la propria spesa familiare, dovendo tener conto dell’aumento esponenziale dei costi energetici. Il Governo Draghi e ora il Governo Meloni, sono intervenuti per calmierare i prezzi, ma le bollette rimangono comunque a livelli mai visti prima.
Con l’avvento dell’inverno (fortunatamente tardivo) sono inoltre partite le caldaie per il riscaldamento e il problema è diventato impellente. Ma è possibile risparmiare sui consumi senza rinunciare a un adeguato comfort abitativo? Sembra la classica domanda da un milione di euro che, tuttavia, questa volta una risposta ce l’ha ed è francamente incredibile che non sia stata adeguatamente pubblicizzata e fatta propria dal Governo. La risposta è trasformare con pochi interventi, spesso per nulla invasivi e a costi decisamente moderati, il
proprio edificio o il proprio appartamento in un edificio o un appartamento “smart”.
Già, ma che significa “smart”? Significa banalmente “intelligente”, ovvero in grado di adattare le condizioni di utilizzo di determinati spazi agli usi e alle abitudini di chi li frequenta, informando per giunta gli utilizzatori sull’impatto energetico delle loro scelte. Semplice no?
E come si fa…? Di sicuro evitando il costo e il disagio di lavori importanti sull’involucro o sugli infissi e semplicemente dotando i propri impianti di sistemi di sensoristica e di controllo e gestione che possono portare ad usare con maggiore buon senso un impianto di climatizzazione, per esempio attraverso una zonizzazione che tenga conto del diverso utilizzo degli ambienti di una casa o, banalmente, il fatto che siano occupati o meno. Ma anche sostituendo e sistemi di illuminazione con apparecchi a LED e gestendoli anch’essi in modo intelligente, magari abbinandoli a sistemi in grado di regolare l’apertura e la chiusura degli infissi o a sistemi di schermatura dalla luce.
Cose da ricchi, si potrebbe pensare erroneamente, e viceversa alla portata di tutti e in grado di ammortizzarsi grazie ai risparmi in bolletta in tempi divenuti velocissimi.E’ un vero peccato che gli ingenti finanziamenti erogati per finanziare il Superbonus abbiano impattato in misura trascurabile su queste semplici tecnologie in grado invece di apportare grandi benefici in termini di risparmio energetico. Il fatto stesso che siano stati considerati erroneamente come interventi “trainati” da quelli su involucro e caldaie, lascia intendere quanto poco sia stato considerato l’apporto che l’Automazione di Edificio è in grado di offrire per il perseguimento degli obiettivi di efficientamento e decarbonizzazione del Paese.
Un dato per chiudere: è ormai ampiamente provato dall’ampia casistica disponibile, grazie all’applicazione della norma UNI 15232 (che dal 2015 classifica il livello di automazione di un edificio associandolo a un risparmio energetico), che un edificio con un grado medio di automazione è in grado di abbattere i consumi in una percentuale tra il 20 e il 30%, ovvero di contenere in modo decisamente importante l’impatto degli aumenti delle forniture di gas e luce degli ultimi mesi.