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Fotovoltaico domestico? Meglio con accumulo

Uno dei problemi tipici della produzione di energia elettrica con le fonti rinnovabili è la loro incostanza.

Il vento c’è e non c’è, il sole va e viene e, in ogni caso, di notte non c’è mai. Questa dinamica è ben nota a chi ha installato un impianto fotovoltaico domestico, in grado di produrre enormi benefici, specie in tempi come questi, fatti di bollette energetiche impazzite, ma ad intermittenza e, soprattutto, condizionati dal tempo meteorologico e dalla stagione.

Un problema che tuttavia è possibile risolvere, almeno in larga parte, attraverso l’ installazione di un accumulatore di energia per uso domestico che, anche nelle giornate più uggiose o nelle brevi giornate invernali, consente di immagazzinare l’energia prodotta e non consumata durante il giorno per farne buon uso la sera o quando più serve, raggiungendo (grazie all’impianto fotovoltaico) un’autonomia energetica che può sfiorare il 90%. I sistemi di accumulo, conosciuti anche come sistemi di storage, sono infatti delle batterie che, integrate all’impianto fotovoltaico, permettono di ottimizzare la produzione e i consumi elettrici.

La funzione principale di questi accumulatori domestici, infatti, è quella di immagazzinare l’energia
elettrica in eccesso e di renderla disponibile nei momenti di bisogno.

Ma guardiamo normalmente come lavora un impianto fotovoltaico per capire i vantaggi di abbinargli un sistema di accumulo. In situazioni normali, durante il giorno, l’impianto fotovoltaico produce energia elettrica in corrente continua che, grazie all’ azione di un inverter, viene trasformata in corrente alternata per essere utilizzata all’interno delle nostre case. Se l’impianto di produzione non è abbinato ad un sistema di accumulo, l’energia prodotta che non viene consumata simultaneamente viene ceduta alla rete; al contempo, quando i pannelli non producono energia (per esempio di notte) o ne producono in misura insufficiente, l’impianto domestico per equilibrare produzione e consumo attinge a quella della rete.

L’esito in entrambi i casi è uno spreco evidente. Uno spreco tutt’altro che infrequente, come ci dimostrano i dati
rilevati dal GSE (Gestore dei servizi energetici) che evidenziano come mediamente solo il 30% dell’energia
prodotta da un impianto fotovoltaico senza accumulo viene consumata durante il giorno dalle famiglie
italiane, mentre il rimanente 70% viene ceduto alla rete.
La situazione cambia in modo radicale se al nostro tetto fotovoltaico abbiniamo un sistema di accumulo
elettrico domestico. Infatti, questo dispositivo è capace di immagazzinare l’energia prodotta nelle ore di
luce e non utilizzata e di renderla disponibile quando ci serve di più, ovvero la sera o nelle giornate di cielo
coperto. In questo modo, si riduce drasticamente la richiesta di energia alla rete elettrica con grandi
benefici economici. E il beneficio economico costituisce un punto fondamentale del ragionamento, dal momento che il continuo aumento del costo dell’ energia in Italia impatta sempre di più sui nostri portafogli e l’ dea di diventare economicamente indipendenti a livello energetico affascina molti. Quindi, provare a definire, pur a grandissime linee, quanto si possa risparmiare diventa importante. Un esercizio su cui si sono impegnati
in molti e che ci dice che, prendendo ad esempio una famiglia media che consuma annualmente 3500kWh,
se si dota di un sistema di autoproduzione e storage portando il suo autoconsumo ad una percentuale pari
al 70% del totale, può risparmiare circa 1.000 euro all’anno. Una cifra quindi considerevole.

L’ultima domanda alla quale tentare di dare una risposta è il sogno attuale di molti italiani: è possibile
rendersi completamente autonomi dalla rete? La risposta è che con un sistema fotovoltaico ben
dimensionato e un sistema di accumulo efficiente ci si può andare molto vicini, posto che, ed è giusto
ricordarlo, alcuni canoni fissi non sono azzerabili.
Certo molto dipende dalle abitudini di una famiglia, ma se sempre secondo il GSE negli ultimi cinque anni i
sistemi fotovoltaico più accumulo sono cresciuti enormemente, segnando addirittura un +92% del 2021 sul
2020, una ragione sicuramente c’è, e se oggi questi impianti producono in Italia circa 460 MW all’anno di
energia pulita, scopriamo che fa anche molto bene all’ambiente.