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La Building Automation nella gestione energetica dello Smart Building

Strumenti e prospettive

Il Recovery Plan, appena approvato dal Governo Draghi, ha messo al centro delle strategie di sviluppo nazionali soprattutto due grandi temi: la digitalizzazione e la green economy, ovvero la conversione energetica, con l’obiettivo, primario e non procrastinabile, di decarbonizzare il Paese.

Non è un caso che uno dei provvedimenti su cui sono stati allocati la maggiore quantità di risorse sia quel famoso “Superbonus 110%”, già da mesi al centro di qualsiasi dibattito sullo sviluppo del prossimo futuro dell’edilizia e che verrà confermato a tutto il 2023.

Ma se da un lato si fa un gran parlare di cappotti termici e di nuove caldaie ad alta efficienza, pochi si sono ancora soffermati su un aspetto del superbonus che sembra un po’ figlio di un dio minore, ovvero i sistemi cosiddetti BACS / HBES (Building Automation Control System / Home and Building Electronic System), una volta chiamati “domotica”, oggi più noti come “smart home” e “smart building”. La ragione di questa disattenzione è probabilmente legata al fatto che, per un più che normale effetto psicologico, gli interventi “trainanti” sono considerati più importanti di quelli “trainati”, e in questa categoria ancillare rientrano proprio i sistemi di automazione e controllo.

Si tratta di un evidente errore di prospettiva, ancor più grave se lo consideriamo nel quadro di un Paese, l’Italia, che sconta un patrimonio edilizio obsoleto, ma al contempo spesso non “sostituibile” perché parte di contesti storici delicati. Il tema della riqualificazione poco invasiva, senza stravolgere l’immagine degli edifici ed il loro valore storico, diventa quindi cruciale.

È proprio in questi ambiti che l’automazione d’edificio e la sua “intelligenza” diventano strategici, perché se la progettazione del nuovo, dopo l’entrata a regime il 1° gennaio 2021 della normativa europea sugli edifici NZEB (near zero energy buildings), non può che puntare nella direzione delle cosiddette “passive house”, nella riqualificazione dell’esistente (e non parliamo solo di edifici d’abitazione). L’intelligenza dell’edificio, ovvero quella capacità autonoma dei nuovi impianti di adattarsi ai mutamenti delle condizioni di utilizzo sfruttando il linguaggio M2M (machine to machine) diventa determinante. E questo a maggior ragione se si guarda alla cosa in una prospettiva di smart city, dove si è da poco aperto il grande tema delle cosiddette “comunità energetiche”.

Il D.L. n. 48/2020 definisce un sistema BACS come “un sistema comprendente tutti i prodotti, i software e i servizi tecnici che contribuiscono al funzionamento sicuro, economico ed efficiente sotto il profilo dell’energia, dei sistemi tecnici per l’edilizia, tramite controlli automatici e facilitando la gestione manuale dei sistemi”. In parole semplici, significa che un sistema BACS ha il preciso compito di far funzionare meglio e in modo più intelligente gli impianti tecnologici di un edificio rispondendo al mutare delle situazioni ambientali e di utilizzo, ma anche, e non è cosa di poco conto, dando evidenza agli utilizzatori delle conseguenze delle loro scelte in chiave ambientale. Potremmo dire che in edilizia è quanto di più vicino si possa immaginare al concetto di resilienza.

I risparmi consentiti da un sistema BACS riguardano tutte le principali fonti di consumo di un edificio, ovvero riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, illuminazione. Una norma UNI (la EN 15232-1) provvede a classificare gli edifici sulla base della loro dotazione di sistemi di gestione intelligenti, ma la cosa forse più interessante che ci offre è anche una chiara idea sul risparmio collegato alle diverse classi e alle diverse tipologie di consumo. Risparmio che si attesta attorno al 20% per le abitazioni e raggiunge livelli estremamente elevati, tra il 40 e il 50%, per particolari categorie di edifici (in genere quelle dove si riesce a regolamentare le entrate e le uscite, come negozi e uffici).

Questo per dire che sistemi di questa natura sono tutt’altro che ancillari rispetto ai pur importanti interventi sull’involucro, e spesso costituiscono l’unica strada percorribile per ridare almeno parzialmente efficienza a edifici datati. Altro doveroso approfondimento meriterebbe la quantificazione dei benefici forniti dai sistemi BACS in termini di comfort, ma questo è un altro capitolo.