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Un anno fa entravano in vigore anche in Italia le nuove Direttive Europee in materia di prestazione energetica nell’edilizia e sull’efficienza energetica

Era il 10 giugno 2020 quando nella Gazzetta Ufficiale n. 146 veniva pubblicato il Decreto legislativo n. 48 in attuazione della direttiva del Parlamento Europeo 2018/844 che aveva il preciso obiettivo di promuovere una maggiore diffusione di efficienza energetica e uso delle rinnovabili negli edifici del vecchio continente.

Un obiettivo strettamente correlato a quello di più ampia portata della decarbonizzazione del sistema energetico entro la data del 2050 e agli obiettivi di midterm contenuti nel “Clean Energy Package” che fissa gli obiettivi dell’Unione in materia di riduzione delle emissioni di almeno il 40% entro il 2030.

Se l’obiettivo della Direttiva era chiaro, ovvero perseguire uno sviluppo del sistema energetico sostenibile, competitivo, sicuro e decarbonizzato, identificando nei consumi del parco immobiliare una delle maggiori fonti di emissione di gas serra (circa il 36% del totale di CO2), è utile scorrere quali innovazioni introduceva rispetto alle precedenti Direttive in materia, ovvero la 2010/31 e la 2012/27.

La prima e più importante innovazione riguarda proprio l’obbligo di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici nuovi, ma anche di quelli esistenti, obbligando gli Stati membri a prevedere e mettere in atto strategie nazionali volte a favorire la ristrutturazione degli immobili energivori fissando degli indicatori d’intelligenza.

Altro punto qualificante riguarda il sostegno allo sviluppo di infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica che, a ben vedere, riguarda ancora una volta in modo massiccio il comparto immobiliare, dal momento che, come dimostrano i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, l’abitazione rimane il punto privilegiato di ricarica, anche per ragioni squisitamente economiche.

Nel merito della decarbonizzazione la Commissione stima che per il raggiungimento degli obiettivi indicati, negli Stati membri si dovrebbe mantenere un tasso medio di ristrutturazione pari o superiore al 3% annuo dell’intero parco edilizio esistente. Un dato che applicato, per esempio, al numero di condomini italiani si traduce di circa 30.000 ristrutturazioni all’anno. Un numero decisamente importante.

Ma dal momento che uno dei fattori a più alto impatto in termini di risparmio di energia consiste nelle modalità di utilizzo degli impianti, che dipende prevalentemente dalla cultura e dalla sensibilità di coloro che ne fanno uso, ecco intervenire anche l’invenzione dello Smart Readiness Indicator, ovvero dell’indicatore che rileva la capacità non solo degli edifici di adattarsi ai mutamenti di contesto ambientale e di utilizzo, ma anche di trasmettere informazioni ai loro occupanti, sensibilizzandoli ad utilizzi più intelligenti ed ecologicamente sostenibili.

Parliamo quindi di sistemi BACS (Building Automation Control Systems) che entrano prepotentemente nel panorama allargato dell’edilizia, come fattore fondamentale per il miglioramento delle prestazioni energetiche, in quanto in grado di integrare gli impianti col fattore umano.

Il termine per il recepimento di questa importante direttiva europea era il 20 marzo 2020 e lo Stato italiano, come si diceva in apertura, ha provveduto con qualche ritardo il 10 giungo 2020. Il D.Lgs 48/2020 introduce quindi numerose modifiche al precedente D.Lgs. 192/2005 relativo al rendimento energetico nell’edilizia, con l’obiettivo dichiarato di migliorare tali prestazioni applicando requisiti minimi prestazionali per gli edifici nuovi e per quelli ristrutturati, ma anche intervenendo sul calcolo della prestazione energetica, sulle manutenzioni, sulla sensibilizzazione degli utenti finali e sull’introduzione di infrastrutture per la mobilità elettrica.

Nel frattempo, è intervenuta l’emergenza pandemica che ha portato probabilmente le risorse che mancavano per dare gambe a questi provvedimenti. Quanto immaginato dalla Comunità Europea nel 2018 è perciò diventato improvvisamente fondamentale ed attualissimo al punto da costituire oggi uno dei cardini del Green Deal e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).