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Il caro bollette spinge le rinnovabili e il fotovoltaico

Il caro bollette spinge le rinnovabili e il fotovoltaico

Quello che è accaduto nel corso degli ultimi tre anni era per molti versi imprevedibile. La combinazione, in
rapida sequenza, della pandemia e del ritorno della guerra in Europa ha determinato un’accelerazione
fortissima di processi solo in parte in atto, tra i quali quello della svolta green dell’economia è uno dei più
macroscopici.

La guerra in Ucraina, in particolare, ha generato fenomeni di dimensioni inaudite, il primo dei quali è la
presa di coscienza, tardiva, di molti Paesi europei, Germania e Italia in primis, di non potersi più permettere
una dipendenza energetica dal gas e dal petrolio russi, portando questi Paesi a guardare con interesse a
qualsiasi tecnologia utile ad accelerare il raggiungimento dell’obiettivo di una sostanziale autonomia.
Una volontà politica che si è incontrata anche con una convenienza economica, dal momento che la
volatilità del mercato ha reso gli investimenti in combustibili fossili per nulla convenienti, al punto da
generare un massiccio disinvestimento che, come ha ricordato sul Guardian Rebecca Solnit, il primo marzo
ha toccato la cifra monstre di quarantamila miliardi di dollari a livello mondiale.

Tutte le famiglie europee hanno del resto toccato con mano la fragilità del sistema nel momento in cui
hanno ricevuto le bollette energetiche di fine inverno, innescando una presa di coscienza generalizzata in
grado di semplificare l’operazione di conversione che, malgrado il cambiamento di scenario, non sarà
certamente indolore.
Un effetto evidente di tale processo in atto è costituito dal boom delle rinnovabili a cui stiamo assistendo.
Il perché di questa rapida crescita è spiegabile dalla semplice considerazione che esse costituiscono il
sistema non solo più in linea con le politiche di decarbonizzazione, ma soprattutto più veloce per
raggiungere gli obiettivi che si sono posti i principali Paesi europei, tra i quali l’Italia. Come ha recentemente
ricordato Amory Lovins, della Stanford University, non vi è, infatti, alcuna tecnologia matura in grado di
ottenere gli stessi risultati in un tempo più breve.

In tal senso il ricorso al fotovoltaico appare sempre più come una risorsa a portata di mano di imprese e
famiglie per far fronte ad un caro bollette divenuto insostenibile. L’autoproduzione e l’autoconsumo sono,
infatti, scenari plausibili, specie se uniti allo sviluppo delle cosiddette “comunità energetiche”, in grado di
ottimizzare i processi su larga scala.

A rendere tutto ciò ancora più credibile va aggiunta la considerazione che finora si è ampiamente
sottovalutata l’economicità dell’operazione, con stime che si sono rivelate del tutto errate. Basti ricordare,
per esempio, che nel 2015, quando è stato firmato l’accordo di Parigi sul clima, l’Agenzia internazionale
dell’energia (IEA) prevedeva che nel 2040 l’energia solare sarebbe stata ancora significativamente più
costosa di quella da fonti fossili, mentre nel 2021 la stessa Agenzia rilevava che in numerosi Paesi del
mondo era già diventata la fonte più economica. La ragione di questo errore macroscopico è da ricercare
nella sottovalutazione del fatto che le stime di crescita delle energie rinnovabili seguono la curva della
crescita tecnologica, che è esponenziale e non lineare. Un recente studio della Oxford Martin School ha
dimostrato, infatti, che fotovoltaico, eolico e batterie, seguono la stessa curva di crescita dei microchip e
dei computer, perfettamente prevedibile, in cui ogni volta che la capacità installata raddoppia, i costi
diminuiscono di una percentuale fissa, secondo i dettami della cosiddetta “curva di Wright”.

Questa dinamica crescita-prezzi, spiega il crescente vantaggio delle rinnovabili rispetto ai combustibili
fossili, anche in una situazione di relativa tranquillità. Se poi a questa logica si aggiunge l’incertezza dettata
dalla situazione geopolitica, si può concludere che, come hanno stimato i ricercatori di Oxford, in meno
dieci anni di crescita esponenziale di solare ed eolico, sarà possibile ottenere un sistema energetico a
emissioni zero.